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29 marzo 2008

Cambiare abitudini. La creatività nella vita di tutti i giorni

Cos'è la creatività? Molti pensano che sia un qualcosa che riguarda gli artisti. E invece, no. La creatività riguarda tutti noi, in ogni sfera della vita. E può aiutarci a cambiare prospettiva e le nostre abitudini quotidiane.

Vediamo come, in questo brano tratto da Pnl per la Creatività e l'Innovazione di Robert Dilts, Todd Epstein e Robert W. Dilts.


In sostanza, la creatività deriva dal “pensare a qualcosa in modo diverso”.
Che questo qualcosa voi stiate cercando di valorizzarlo, di aggirarlo, di liberarvene - qualunque cosa stiate cercando di farci - per essere creativi è necessario che ci pensiate in modo differente.

Scoprite qual è il vostro approccio abituale e quindi cambiatelo, per il semplice gusto di farlo.

Per esempio, chiudete un attimo gli occhi e ripensate a questa mattina, quando vi stavate preparando alla giornata. Quali sono le vostre abitudini?
Forse è il modo in cui vi lavate i denti. Forse è la mano con cui accendete la luce, o il lato del viso che lavate per primo. Mettete prima i pantaloni o i calzini? Solitamente indossate prima il calzino sinistro o quello destro? Cosa accadrebbe se tornaste indietro e immaginaste di farlo in qualche altra sequenza scelta a caso? Quando aprite una porta, lo fate con la mano sinistra o con la destra?

Cosa accadrebbe se nella vostra mente cominciaste proprio ora, senza uno schema preciso, a fare le cose diversamente dal solito?

Cosa deve accadere nella vostra mente per fare in modo che le cose possano essere differenti?

Come sarebbe scendere le scale mobili camminando all’indietro?

E se, quando accendete la luce, la vostra stanza si oscurasse, anziché illuminarsi? E se, messa la caffettiera sul fuoco al mattino, il caffè uscisse freddo, anziché caldo?

Come vi sentireste se ogni pensiero che vi è passato per la mente questa mattina fosse riuscito a sorprendervi?

Cosa accadrebbe se foste affascinati dal fatto che appoggiando una penna su un foglio di carta, questa lascia un segno? Quando è stata l’ultima volta che siete rimasti affascinati dal fatto che una penna lascia dei segni sulla carta?

Quanto è passato dall’ultima volta che avete scarabocchiato su un pezzo di carta?

Quanto tempo è trascorso dall’ultima volta che vi siete comportati come se aveste sette anni? Quand’è stata l’ultima volta che avete agito come un bambino senza che qualcuno vi rimproverasse?

Questo è il tipo di atteggiamento con il quale vorremmo affrontaste questo esercizio.

Oltre a pensare alle cose in modo differente, vorremmo che giocaste con la vostra fisiologia, che faceste qualcosa di nuovo: il processo ne risulterà potenziato.

Michael Colgrass ha raccontato di come, nel prepararsi a comporre della musica, faccia la verticale. Si mette a testa in giù per cambiare il modo in cui pensa alle cose.

C’è un altro tipo che conosco che investe in beni immobili: uno degli espedienti a cui ricorre quando ha bisogno di essere particolarmente creativo è quello di fare con la mano sinistra tutto ciò che normalmente farebbe con la destra (lui è destrorso). Se ha davvero un problema da risolvere, allora lo fa per una settimana, in modo da stimolare l’altro emisfero del cervello.

Ci sono modi di far uso della propria fisiologia che aiutano ad accedere a differenti stati di consapevolezza, stati che la maggior parte di noi, semplicemente, non adopera.

Pensateci per un momento. Quanti di voi, di fronte ad una situazione che vi blocca, si rotolerebbero sul pavimento? Voglio dire: se andaste carponi per un po’, sono certo che il modo in cui vedete le cose cambierebbe.
Immaginatevi mentre cercate di pensare ad un problema domestico nello stesso modo di sempre: e se a un certo punto trovaste una bella collinetta erbosa, ci saliste sopra e vi lasciaste rotolare giù, giù, fino in fondo? Arrivati ai piedi della collina, pensereste ancora allo stesso modo?

Strumenti e strategie per generare e selezionare le idee

Recentemente mi hanno raccontato di un tale che, quando si trova in una situazione stressante, si stende. Proprio così: si stende per terra.
Ammettiamo che si trovi al lavoro e stia parlando a qualcuno nel suo ufficio. Se le cose si fanno d’un tratto stressanti, lui si mette a terra proprio lì, in mezzo all’ufficio. Si stende, e continua a parlare con l’altra persona. Lo fa anche in corridoio. Non lo raccomanderei a tutti, ma riuscite a vedere come questo cambi un po’ le cose?

Se non siete in grado di risolvere un problema “su due piedi”, allora provate a stendervi. Pensate a un problema a cui state lavorando proprio ora; immaginate per un minuto di essere in piedi e di camminare avanti e indietro. Bene, ora pensate a quello stesso problema, ma immaginate di farlo mentre state sdraiati a terra? Che succede? Il modo in cui agite in risposta al problema cambia?

Ciò che voglio farvi capire è che cambiando fisiologia, cioè il modo in cui adoperate il vostro corpo, faciliterete anche il cambiamento nel modo in cui pensate, e questa è l’essenza della creatività.

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