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17 gennaio 2008

Anno Nuovo, Propositi Nuovi

Sembra ieri, ma è già passato un altro anno!

Le domande sono tante …

Cosa abbiamo fatto?

Cosa abbiamo ottenuto?

Cosa volevamo?

Casa ci siamo dimenticati di fare?

Le delusioni altrettante …

Poteva essere un anno migliore!

Il solito anno!

Non cambia mai niente!

E poi le speranze …

Speriamo che questo anno sia migliore del precedente.

Speriamo che succeda qualcosa di buono quest’anno.

Speriamo che la felicità, la serenità, la fortuna si ricordino di noi quest’anno.

E così brindiamo con amici, parenti, amori “collaudati” e amori che stanno per nascere. Brindiamo con chi ha vissuto l’anno “vecchio” insieme a noi e con chi “vivrà” il nuovo.

Ma quando l’anno nuovo apre le porte immancabilmente sentiamo qualcuno che dice: “ Che ne sarà di questo nuovo anno?”

Quando arriva l’epifania capita un evento incredibile: sembra che il nuovo anno sia già volato via insieme alle feste. Le persone riprendono la loro vita con la solita “speranza” nel cuore e si raccomandano a Dio affinché provveda per loro.

Le feste vanno via e il futuro è già arrivato, mentre il passato proprio non vuole abbandonarci. Albert Einstein diceva: “Non penso mai al futuro, arriva così presto”. Forse è così per tante persone e a dire il vero lo è anche per me, purtroppo!

Ma il tempo è formato da “Tre dimensioni temporali: passato, presente, futuro …” affermava Seneca e poi continuava “di questi, solo il passato ci appartiene veramente”. Sarà per questo che ogni anno per noi sembra uguale al precedente, ne più ne meno. Ogni anno incredibilmente ci ritroviamo ad affermare la stessa frase detta l’anno prima: “ Speriamo bene …”

Sarà perché la vita ci sembra sempre uguale. Sarà perché le cose che facciamo sono sempre le stesse. E sarà perché ogni anno dobbiamo fare i conti con il “Destino”. E allora ci ritroviamo a pensare ad amori volati via, a persone care che sono partite prima di noi, a occasioni mancate, alle opportunità fallite. E sappiamo inconsciamente che le stesse cose capiteranno ancora, anche nell’anno nuovo. E purtroppo succedono davvero!

Ti chiedi allora se l’anno vecchio non fosse poi andato così male come pensavi. E ti domandi cosa potevi cambiare per non fare accadere determinate situazioni. Rifletti su ogni minimo punto della vita “passata” e analizzi con precisione ogni giorno dell’anno precedente come per cercare di intuire cosa c’era di giusto e cosa invece poteva essere modificato.

Comprendi che il tuo passato, quello vissuto fino a pochi giorni prima, non era altro che il tuo presente organizzato male. E velocemente corri nella prima libreria in cerca di un’agenda giornaliera in cui riprometti di inserire ogni piccolissima frase, tutti gli appuntamenti, le cose da ricordare e quelle da memorizzare. E visto che ormai in libreria ci sei entrato compri anche l’ultimo libro che ti consiglia come cambiare la tua vita.

Lo so, è sempre così ogni anno!

Non si bada a spese per queste cose. L’agenda deve essere perfetta: colorata, grande, senza sprechi di spazi in ogni pagina perché “pensi” che sarai tu a riempire quei fogli bianchi. E guarda caso ti capita fra le mani un bel diario “personale”. Di quelli che hanno un lucchetto per ben nascondere i pensieri ad altrui occhi non desiderati.

E’ bello scrivere, ripeti a te stesso. Quest’anno scriverò il mio diario. Quest’anno cambierò VITA. Quest’anno è l’anno della svolta. Un nuovo modo di vivere e una nuova filosofia di vita.

Ho potuto constatare in questi anni che tra i tanti diari comprati solo uno ho scritto fino in fondo: il mio cuore.

E ho constatato che tante persone come me hanno fatto e faranno lo stesso anche quest’anno.

Se i diari potessero parlare ascolteremmo solo due pagine della loro vita segreta. E tutti incomincerebbero con la stessa frase: “Caro diario …”

Ma tutti “speriamo” di poter scrivere la nostra vita in un diario. Ecco cosa diciamo quando iniziamo a scrivere il nostro diario: “Voglio tenere un diario. Tutti i giorni annoterò pensieri, racconti, poesie, e sfogherò la mia vena malinconica”.

Ma quanti annotano i loro obiettivi, le loro speranze, i loro sforzi, gli impegni, le delusioni, i successi, ogni giorno? Non lo so, ma temo che siano in pochi.

Sempre Seneca diceva: “Dipenderai meno dal futuro se avrai in pugno il presente”. Ma il presente va gestito, organizzato, studiato, perfezionato e se necessario modificato o, addirittura, stravolto.

Fino a pochi anni fa anche io davo il benvenuto al nuovo anno con la “Speranza” nel cuore e sulle labbra.

SPERAVO che il nuovo anno fosse migliore del precedente perché ogni anno aveva portato con se qualche delusione, qualche tristezza e tanti fallimenti.

SPERAVO che il nuovo anno potesse regalarmi qualche sorpresa piacevole in tutti i campi della mia vita: amore, lavoro, famiglia …

SPERAVO che il nuovo anno portasse con se occasioni memorabili capaci di trasformare la mia vita.

SPERAVO che con il nuovo anno vecchi desideri, chiusi nel cuore, finalmente si realizzavano.

SPERAVO che la gente si accorgesse di me, del mio talento senza che io facessi nulla per loro.

SPERAVO che le persone a cui volevo bene capissero questo forte sentimento che provavo per loro e mi aspettavo il doppio da loro.

SPERAVO che il nuovo anno sarebbe stato l’anno della svolta, del successo o, più semplicemente, l’anno del riconoscimento.

E sperando-sperando gli anni passavano sempre uguali al precedente:

negativo, triste e deludente;

non mi regalava sorprese piacevoli ne in amore, ne professionalmente, ne in famiglia;

mai un’occasione degna di essere ricordata;

mai un desiderio realizzato, piuttosto l’ennesimo desiderio bruciato;

mai la soddisfazione di un riconoscimento.

E così vivevo certo che il nuovo anno finiva dove era cominciato: in un brindisi con amici e parenti.

E così mi ripromettevo di trascrivere le mie sensazioni, i miei dubbi, le mie speranze e i miei desideri sul “nuovo” diario.

Bastava poco, però, per farmi abbandonare l’idea di trascrivere ogni cosa perché mi accorgevo che stavo continuando a scrivere gli stessi desideri, le stesse sensazioni e le stesse speranze che avevo scritto l’anno prima.

Per alcuni anni non ho più comprato la fatidica agenda. Non ho tenuto un diario. Non ho creduto più a niente. E come per incanto le mie “negatività” accadevano puntualmente.

Ho visto morire mio padre, alcuni miei parenti, persone a me care; ho visto fallire il mio matrimonio; il mio lavoro, le mie speranze e ho visto volare via i miei sogni in un mondo dove non conoscevo la via.

Sapevo che la “vita è una ruota che gira”, ma non accettavo l’idea che la “vita non è breve …” piuttosto “La sentiamo noi breve con la nostra incapacità di vedere lontano”.

E ho compreso che “ la vita è un’avventura con un inizio deciso da altri, una fine non voluta da noi, e tanti intermezzi scelti a casa dal caso” come ha scritto Roberto Gervaso.

Solo così ho ripreso a scrivere il diario delle mie giornate, ad annotare le mie follie, i miei segreti e le mie speranze. Perché voglio capire fino a quanto sono capace di realizzare con le mie forze. Perché voglio fissare i miei limiti e i miei successi per poter realizzarne di nuovi sempre più stimolanti e veri.


(ripreso da successo)



28 ottobre 2007

Credenze e paure

Una certa insicurezza e "la paura di", sono diventate molto diffuse.
E pochi sanno che la paura non solo si può vincere, ma può essere una preziosa alleata.
Ma siamo nati con "la paura di"?

Una certa dose di paura è presente dalla nascita ed è perfettamente normale, anzi, è molto salutare! Scientificamente parlando nasce dall’attività di una parte del nostro cervello che si chiama Amigdala e che ha l’importante compito di mantenerci vivi, di prestare attenzione ai segnali di pericolo e di produrre particolari molecole che attivano quello che viene definito l’atteggiamento “combatti o fuggi”.

Non troppo tempo fa, infatti, questo meraviglioso meccanismo ha salvato i primi esseri umani dall’essere divorati dalle bestie feroci.
Poco tempo fa, lo stesso meccanismo ci ha difeso quando eravamo piccoli e la paura di essere abbandonati ci faceva comportare istintivamente in modo da attrarre l’attenzione degli adulti di cui avevamo bisogno per sopravvivere.

Purtroppo da adulti, le stesse “ancestrali” paure possono “bloccarci” e farci perdere le occasioni per essere amati, riconosciuti, rispettati e, in ultima analisi, essere felici.

La paura non è una cosa statica, nasce in un certo momento e si sviluppa in un certo modo. Nasce dalle cose che CREDIAMO e con esse si sviluppa.

E da dove nascono le nostre Credenze? E sono davvero così importanti?
Prova a pensarci un attimo e scoprirai da solo che quello in cui credi guida il tuo atteggiamento ed il tuo atteggiamento è quello che ti fa agire, sia in positivo che in negativo.
Quello che tu credi insomma farà si che tu ti senta spaventato e quindi ti “tiri indietro” di fronte ad una scelta, ad una decisione, ad una opportunità; o che tu ti senta sicuro e capace e quindi in grado di agire al meglio delle tue potenzialità.
Quello che credi quindi ti allontana o ti avvicina al successo e alla felicità.

Ma la cosa davvero pericolosa è che alcuni dei nostri Credo non sappiamo nemmeno di averli!
Ti è mai capitato di dirti “voglio assolutamente riuscire a ….” e nonostante sforzi e impegno non ci sei riuscito?
Probabilmente la causa è che quello che vuoi “razionalmente” va contro qualcosa che credi profondamente e inconsciamente dentro di te.
Ecco perché è importante capire quali sono i nostri credo fondamentali. Scoprirli, comprenderli, valutarne la validità. Accettare e cercare di incrementare quelli che ci danno forza e coraggio ed eliminare quelli che invece ci mettono immancabilmente i bastoni fra le ruote!

Ma da dove provengono questi credo?
La maggior parte ha radici antiche, ci sono stati trasmessi quando eravamo piccoli, dalla famiglia, dalla scuola e dall’ambiente che ci circondava.
Altri ci vengono “inculcati” dalle persone che frequentiamo, dagli amici, dai colleghi e dall’ambiente che ci sta intorno, dalla società, dalle religioni, dai partiti politici, e dai media: giornali, radio, televisione.

Attenzione: non tutti i Credo sono “sbagliati”, ma alcuni potrebbero essere semplicemente “falsi e tendenziosi” ed in grado di portarci fuori strada, allontanarci cioè da quello che è bene per il proprio sviluppo personale, per la nostra crescita e, in ultima analisi, per il nostro successo personale .

Così come prestiamo attenzione alla nostra salute fisica e a quello che mangiamo, dovremmo prestare sicuramente più attenzione alla nostra salute mentale e a quello che diamo da “mangiare” al nostro cervello.

Scoprire quelli che sono i nostri credo che ci limitano (e quindi le nostre paure) è già un passo importantissimo per capire perché siamo come siamo e perché ci troviamo a questo punto della nostra vita.
E se quello che siamo e quello che abbiamo non ci soddisfa completamente, fare qualcosa per migliorare, perché migliorare si può, sempre.

Potresti cominciare col capire quali sono le tue paure e i tuoi credo, prova a vedere se ti riconosci in uno dei due profili base che seguono.
Ricordati che nulla è bianco o nero, le sfumature sono importanti.
Io, per esempio, quando decisi che la vita non poteva essere tutta lì, mi ritrovai ad avere alcune delle caratteristiche sia della paura di fallire che della paura di avere successo.

(da permigliorare)

Alla Paura del Fallimento ed alla Paura del Successo sono dedicati due post specifici.

Prima di lasciarvi alla lettura dei post, una riflessione. Di solito, ci circondiamo di persone simili a noi, e proprio per questo anche loro potrebbero avere paure simili alle nostre.

Se state leggendo il blog Cambia vita in sette giorni, è perché probabilmente state cercando delle soluzioni per cambiare vita (in meglio). Ed allora, invitate anche le persone che vi sono vicine a leggerlo. Condividere con le persone che amiamo il nostro viaggio di crescita e consapevolezza può essere il modo più efficace per cambiare davvero la nostra vita.

Due libri per approfondire l'argomento delle Credenze
Il potere delle Credenze di Ray Dodd
La Biologia delle Credenze di Bruce Lipton

Libri / Il potere delle Credenze

Se volete cambiare la vostra vita – adesso – non c’è nulla di più potente che cambiare ciò in cui credete!
Il Potere delle Credenze, a partire dalle profonde verità dell’antica tradizione Tolteca, può cambiare il vostro modo di percepire l’esistenza e la vostra realtà personale.

Ray Dodd, autore di questo libro straordinario, dopo un incontro avvenuto per caso presso le rovine delle piramidi di Teotihuacàn, in Messico, ha iniziato un lungo apprendistato con Miguel Ruiz, medico e autore del best seller I quattro accordi, così com’era stato per Carlo Castaneda, che aveva appreso gli insegnamenti dell’antica tradizione Tolteca dal suo maestro don Juan.

La realtà che percepiamo ogni giorno è costituita dalle nostre "credenze", che benché ormai ci governino completamente, spesso non corrispondono ai nostri più profondi desideri. Allora come riconoscere, comprendere ed eliminare queste credenze, e come sostituirle in seguito con altre più rispondenti ai nostri desideri? Ray Dodd riesce a rispondere a questo interrogativo vitale nelle pagine de Il Potere delle Credenze.

Potrete modificare la vostra vita nel modo che più desiderate semplicemente utilizzando la vostra mente e la vostra interiorità come palestra e laboratorio pratico!

E ancora scoprirete il segreto per cambiare qualsiasi credenza basata sulla paura; la chiave per eliminare l’ansia, la negatività e l’auto-denigrazione; come scegliere la felicità, anche quando tutto va a rotoli; come percorrere la strada che conduce alla vera autorevolezza e al potere personale.

…un incredibile tesoro, un modello di consapevolezza e cambiamento di grande profondità.

Ray Dodd è un master coach in "credenza", insegnante e mentore della saggezza dei Toltechi. Come fondatore della Everyday Wisdom (Saggezza quotidiana), aiuta a forgiare nuove credenze e nuovi consensi/accordi interiori che abbiano come effetto un cambiamento positivo e duraturo.

Prima di diventare uno scrittore e un coach è stato musicista professionista, ingegnere, nonché dirigente di una compagnia di servizi.
Oltre all’attività di coach, tiene seminari sulla saggezza dei Toltechi e sul Potere della Credenza negli Stati Uniti e all’estero.

Credenze e paure / Paura del Successo

Stress, ansia da prestazione, disordine, mancanza di tempo e di organizzazione.
Paura di impegnarsi, di prendersi delle responsabilità, di crescere e di confrontarsi con se stessi e con gli altri.

Ti ritrovi a pensare o a ripeterti “Il successo è duro da conquistare; Bisogna essere egoisti per riuscire davvero nella vita; Se solo avessi più tempo; Questo è davvero troppo difficile; Se poi ho successo vedrai che non troverò tempo per la famiglia e per i valori della vita; Non sono ricco ma almeno sono onesto; Se hai successo una volta poi tutti si aspettano che tu lo abbia sempre; Quando sei in cima, se poi cadi ti fai molto più male”.

Questi sono alcuni dei “sintomi” della paura di avere successo.
Sembra assurdo vero? Eppure è più diffusa di quanto si possa pensare. E questa paura, di fronte a qualcosa di nuovo, ci crea stress, ansia reattiva, corsa al farmaco, fuga dalla comunicazione, ricerca affannosa di scuse per non.

Da dove nascono queste paure?

Ovviamente anche questa paura nasce da Credenze limitanti, che hanno radici nella nostra infanzia e come abbiamo già analizzato nel capitolo precedente sulla Paura di Fallire.

E approposito di Credenze limitanti e di come a volte le “assorbiamo” senza nemmeno rendercene conto...
Non dimenticherò mai un esempio che ho sentito per la prima volta a Stoccolma, durante un Seminario sulla “Prosperità e la paura del successo”:

l’oratore parlava di uno dei film più visti degli ultimi anni: Titanic.
E faceva notare come tutta la storia fosse permeata dal concetto-Credenza che Ricco = Cattivo e Malvagio e Povero = Bello e Buono.
Infatti il nostro eroe è povero, ma sempre felice e buono fino al sacrificio finale. Nella stiva la gente povera non aveva granché, ma era allegra e ballava tutta la notte.
Il ricco invece non solo era antipatico e le sue ricche cene erano false e noiose, ma arrivati al punto cruciale, si mostrava malvagio lasciando donne e bambini a morire per salvare se stesso.

Quell’esempio mi colpì profondamente perché aveva a che fare con una delle credenze limitanti che mi ero portata dietro da tanto tempo e senza nemmeno rendermene conto.

La credenza che il successo economico nasconda terribili risvolti negativi, come l’incapacità di amare ed essere amati, la perdita degli amici, l’aumento dell’ egoismo, la perdita di valori quali la generosità e la capacità di aiutare il prossimo.
E solo quando mi resi conto di quel Credo limitante e di quanto fosse falso e ingiusto (sono del parere che la bontà d’animo o il bieco egoismo non abbiano nulla da spartire con i soldi. Una cosa è certa: se sei indipendente economicamente hai la scelta di comprarti una bella casa o di aiutare i bambini del terzo mondo o, spesso, puoi fare entrambe le cose; se sei povero non hai grandi scelte ….) realizzai perché, nonostante razionalmente volessi raggiungere l’indipendenza economica, non ci ero ancora riuscita.
Ovvio! Il mio volere conscio e il mio Credo inconscio non erano sulla stessa lunghezza d’onda!

Paura del successo: quante volte ci ritroviamo a ripeterci, senza renderci conto quanto questo rafforzi proprio quelle credenze che ci impediscono di avere successo:
“Piove sempre sul bagnato; Le persone di successo sono troppo impegnate; Niente si raggiunge senza affrontare enormi problemi; Sei solo quando sei al top; Senza gli appoggi giusti non si arriva mai; Le donne non raggiungeranno mai quella posizione; Se si vuole fare una cosa tanto vale impegnarsi al 100%; I soldi non crescono sugli alberi”...

Chi ha paura del successo pensa al dopo.
Quando guardi una bella ragazza in discoteca e non ti decidi ad avvicinarti e a cominciare a conoscerla, forse non è del no che hai paura, ma del si, e di cosa questo rappresenti: cambio di abitudini, impegni, tempo da dedicarle…
E se stai valutando una opportunità di lavoro che potrebbe portarti un enorme successo forse non hai paura del fallimento ma ti stai chiedendo e dopo? Quanto ti impegnerà mantenere quel livello di successo?
E se stai scegliendo una dieta forse non hai paura di non riuscire a perdere peso, ma hai paura di riuscirci e di dover fare troppi sacrifici dopo per mantenerti in linea.

Strani giochi tira la mente, ma per essere felici e soddisfatti della propria vita il timone dobbiamo prenderlo in mano noi!

E allora che si fa?
Come ho scritto prima, ma fiduciosa che la ripetizione aiuti sempre:
Ci si dedica un po’ di tempo (il tempo si trova per le cose che ci interessano) e si comincia con analizzare un po’ meno superficialmente le cose che ci ripetiamo, i Credo che ci guidano, con la certezza che, con un po’ di impegno e la voglia di capirsi meglio, i Credo limitanti possono essere cambiati, che non è mai troppo tardi….
e ricordandosi che, come diceva H. Ford
“Che tu creda di farcela o che tu creda di non farcela, hai ragione!”.

(da permigliorare)

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